venerdì 8 marzo 2013

Cerco qualunque tipo di lavoro, tranne...

Ricevo giornalmente decine di candidature spontanee da parte di persone che mi dicono: "Tu che sei a contatto con molte aziende, non è che potresti darmi una mano a trovare lavoro? Sono disposto a fare tutto!".
Sono sempre ben lieto di aiutare persone volenterose e in gamba, peccato che:

1. Spesso non ti mandano neppure il curriculum, o se te lo mandano è fatto talmente male che non si capisce che ti tipo di competenze abbiano (forse per questo sono disposti a fare tutto?). In molti casi allegano immagini che potrebbero essere perfette per il concorso "mandaci la tua foto che avresti voluto strappare": in spiaggia, abbracciati ad altra gente, con espressione depressa, sfuocate, di quando avevano 14 anni...


2. Ti scrivono "sono disposto a fare tutto", poi quando gli rispondi che sì, avresti un'azienda che sta selezionando venditori ti rispondono (anche un po' piccati): "Sì, tutto... ma tranne il venditore. E che non mi impegni tutto il giorno. Possibilmente non più lontano di 10 km da dove abito. Per l'esattezza mi piacerebbe fare la segretaria part-time".
Per scherzo  ho domandato ad una persona di che segno zodiacale doveva essere il titolare. Mi ha risposto davvero.

3. Li convochi a colloquio e, statisticamente, uno su tre non si presenta. Ovviamente senza neppure avvisare. Semplicemente non vengono, tanto mica tu sei lì ad aspettarli... Se li richiami, per capire come mai non sono venuti ti rispondono "ah, era oggi?" oppure "non mi interessava più" oppure non ti rispondono proprio.

4. A colloquio. 
- C'è l'impegnato: quello che ti chiede preventivamente "durerà molto il colloquio? sa, avrei un po' di fretta..." e si stupisce se gli rispondi "no, tranquillo, è già finito".
- C'è il laureato: quello che viene per selezionare te, perché lui si è laureato ed il lavoro deve essere in linea con gli studi fatti.
- C'è il criptico: quello che gli fai le domande semplici, ma non si capisce nulla di quello che ti risponde.
- C'è l'esperto di comunicazione: quello che comincia ad usare tutte le tecniche per apparire interessante ed invece risulta solo finto.
- C'è l'alternativo: quello che si presenta con la felpa heavy metal e pantaloni strappati perché lui odia le apparenze e tu lo devi accettare per quello che è.
- C'è il depresso: quello che si mette a parlare di tutte le sue disgrazie e del valido motivo per cui dovresti prenderlo: il suo bisogno di soldi.
- C'è l'arrivista: quello che vuole già sapere quanta carriera può fare e quanto guadagnerà quando, da aiuto magazziniere, diventerà un manager dell'azienda.
- C'è lo sfaticato: quello che ha paura di essere preso e quando si accorge che lo stai scartando ti ringrazia sincero.
- C'è l'arrogante: quello che esordisce dicendo che ha già molte proposte di lavoro, e che solo per curiosità è venuto a sentire anche la nostra.
- C'è lo statale: quello che ha lavorato nella pubblica amministrazione ed è stato licenziato per motivi a lui oscuri, ma che da 5 anni non trova il lavoro giusto per lui.
- C'è il sindacalista: quello che è preparatissimo su diritti, inquadramento e salari, ma che non ha alcuna competenza sul lavoro reale che dovrebbe fare.

Ci sono ovviamente tante altre tipologie, ma l'importante era dare un'idea generale di quello che è un vero e proprio problema nazionale. Ovvero una quantità di disoccupati enorme (38% quella giovanile, 12% quella generale) ed una preoccupante mancanza di consapevolezza delle qualità indispensabili per farsi assumere (che includono sia le competenze tecniche che quelle relazionali).

Per questo abbiamo creato il percorso "Professionista del Futuro", proprio per dare a tutte queste persone gli strumenti per diventare più "attraenti" o per lo meno per evitare macro errori che precludano l'assunzione in fase di selezione.
Ma serve avere già la prima dote fondamentale: la capacità di mettersi in discussione e di chiedersi sinceramente cosa, nei propri atteggiamenti e nelle proprie competenze, sta realmente mancando.






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